Coronavirus Germania, aumenta il tasso di contagio per la prima volta da marzo

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Un primo dato, fornito dal Robert Koch Institut e relativo al 27 aprile, ha segnalato che l'indice di contagio era risalito a 1: significa che ogni persona contagiata è in grado di infettarne un'altra. Poi l'Istituto ha segnalato un calo a 0,9 aggiornato al 28 aprile

In Germania l'indice di contagio da coronavirus R0 è di nuovo lievemente sceso allo 0,9. A comunicarlo è l'istituto Robert Koch che ha reso noti i dati aggiornati di oggi. Il valore 1 (che significa che ogni persona contagiata è in grado di infettarne un'altra), riferito nella mattinata del 28 aprile in conferenza stampa, era relativo al giorno precedente. Un aumento, quello dell'indice di contagio, che è tornato a salire per la prima volta da marzo, e appena dopo che in Germania sono entrate in vigore le misure di allentamento. A metà aprile, l'indice era dello 0,7. (AGGIORNAMENTI: DIRETTA - LA DIFFUSIONE GLOBALE IN UNA MAPPA ANIMATA - LOCKDOWN E RIAPERTURE IN EUROPA E NEL MONDO).

L'andamento dei contagi in Germania

Secondo il Robert Koch Institut, nel Paese si registrano 156.337 casi di contagio e 5.913 vittime. La Johns Hopkins University invece segnala più di 159.100 casi e oltre 6.100 morti. Nonostante l'incremento dell'indice di contagio, una nuova proposta arriva ai ministri della pubblica istruzione delle regioni al governo e ai Laender tedeschi: ogni scolaro in Germania deve poter tornare a scuola e frequentarla per alcuni giorni prima delle prossime ferie estive. "Non si potrà ripristinare un ritmo regolare delle lezioni, ma ogni scolara e ogni scolaro deve poter tornare a scuola per alcune giornate o per alcune settimane prima delle ferie estive", ha affermato la ministra Stefanie Hubig, della Renania-Palatinato.

Attesa per la riunione tra governo e Laender

In Germania intanto si attende il prossimo incontro fra governo e Laender, fissato per giovedì: l'esecutivo ha chiarito di non voler procedere a un’accelerazione dell'allentamento delle misure restrittive, ma la pressione politica ed economica a riguardo sale e il dibattito è acceso. Dalla settimana scorsa nel Paese sono stati riaperti i negozi, ma vige tuttora il divieto di contatto e da ieri è obbligatorio indossare le mascherine nei negozi e sui mezzi di trasporto pubblico (TORNANO A SCUOLA GLI STUDENTI PIÙ GRANDI - IL CONCERTO DEL RAPPER IN UN DRIVE-IN - A BERLINO PROTESTE ANTI LOCKDOWN - I RISTORANTI PROTESTANO CON LE SEDIE IN PIAZZA)

Arcuri e D'Incà: "I dati della Germania devono fare riflettere"

I dati che arrivano dalla Germania mettono in allarme anche il commissario Domenico Arcuri e il ministro Federico D'Incà: "I numeri tedeschi dimostrano quanto sia alto il rischio di tornare ad un lockdown totale se si alleggeriscono troppo in fretta le misure di contenimento prese", dice il commissario straordinario Arcuri. "Il governo sta valutando se definire di nuovo delle zone rosse per evitare l'estensione di nuovi focolai di infezione, che riprendono a manifestarsi - ha aggiunto - Ecco perché uscire dal lockdown non è facile ed ecco perché essere costretti a tornare al lockdown non sarebbe difficile". Dello stesso avviso il ministro per i rapporti con il Parlamento e le Riforme: "La prudenza del governo è dettata dai dati scientifici, alla riapertura è prevista una risalita dei contagi ma l'indice R0 deve rimanere inferiore a 1 o si rischia nuovo lock-down con conseguenze incalcolabili. Quello che sta succedendo in Germania deve farci riflettere".

La situazione negli altri Paesi

Intanto anche in altri Paesi si stanno valutando le prime misure del post lockdown totale: in Francia secondo BFM-TV potrebbero cambiare la date annunciate dal presidente Macron per la riapertura delle scuole in un primo momento previste dal 18 o dal 25 maggio. Parigi non esclude l'ipotesi proroga emergenza sanitaria fino al 24 luglio. In Spagna arrivano le prime concessioni: da lunedì 27 aprile nel Paese iberico è entrata in vigore la revoca parziale delle misure di lockdown per i minori di 14 anni, che possono uscire in strada. In Italia la cosiddetta fase 2 è prevista a partire dal 4 maggio con alcune modifiche rispetto al precedente decreto. Negli Usa, infine, i vari Stati non sembrano avere una linea comune e le riaperture avvengono a macchia di leopardo. Intanto la Casa Bianca sta mettendo a punto altre linee guida per la riapertura di scuole, programmi di assistenza all'infanzia, alcuni luoghi di lavoro, trasporti di massa, ristoranti e luoghi di culto.

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